Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?

Figure umili e figure superbe dell’indie italiano messe a confronto.

Per introdurre la tematica del post di oggi riporterò due esempi di reazioni poco modeste che abbiamo potuto osservare questa settimana.

  1. Levante. Lo sappiamo, è stata scelta come giudice a X-Factor. Ovviamente ha accettato di buon grado, senza se e senza ma. Spero vivamente che nessuno abbia nulla da recriminarle. Primo, perché chiamarla arrivista, come molti hanno fatto, mi sembra reazione insulsa, che potrebbe appartenere solo a menti poco oggettive o troppo passionali – come quelle dell’italiano medio, che raramente valuta le cose realmente per quelle che sono e ha questa fastidiosa tendenza a buttare sempre tutto sul tifo da stadio –. Gli stessi individui forse che nel 2013 condividevano entusiasti “Mi sono rotto il cazzo” de Lo Stato Sociale o “Io non esisto” dei Thegiornalisti e oggi, nel 2017, coerentemente sputano sopra a entrambe le band.
  2. Gabbani. Indie o non indie, dal basso della sua evidente poca umiltà – si sa il successo corrompe anche i più buoni –, intervistato dal Corriere, ha risposto a una critica che Agnelli gli fece a suo tempo provocando l’intervistatore così: “Io stimo tantissimo Manuel Agnelli, ragionerò su questa riflessione però ti faccio una domanda: me lo canti un pezzo degli Afterhours?”. Il giornalista a quel punto, senza battere ciglio, si mette a cantare “Non è per sempre“, dando quindi vita all’epic fail più importante della storia della musica italiana, pari forse solo allo stage diving fallito di Morgan durante un suo concerto a Bari tre anni fa.

Ieri, quasi a controbilanciare tutta la boria di cui ho raccontato pocanzi, è iniziato il Mi Ami Festival a Milano con tutti i migliori auspici del caso, anche grazie alla presenza di Nicolò Carnesi, degli Zen Circus, di Carmen Consoli, una delle matrone dell’indie italiano – insieme ad altre grandi come Cristina Donà – e di quel portento di Lucio Corsi. Un festival che lentamente, negli anni, è cresciuto e maturato. La prima edizione – i più grandi lo ricorderanno di sicuro – risale infatti al 2005 e fu lanciata da un manifesto a firma di Alessandro Baronciani.
Questa sera sarà un’altra serata bomba: i Baustelle come headliner e tra i tanti Giorgio Poi e i Drink to me, di cui si sa era parte anche Marco Jacopo Bianchi aka Cosmo – che in un recente post su Facebook hanno dato l’addio al palco, specificando però di non essersi sciolti – e sarà quindi l’occasione di vederli probabilmente per l’ultima volta. Poi Coez, Carl Brave X Franco126, Murubutu, Colombre e Altre di B.
Il festival si concluderà sabato con i live di Le luci della centrale elettrica, Edda, Management del dolore post-operatorio, Gazebo Penguins, Canova, Gomma, Dulcamara, Persian Pelican, llSO e aftershow scoppiettante di Pop X che tanto piacerebbe a quel genio di Edoardo Camurri (a tal proposito, se vi siete persi la recente apparizione di Panizza & Co. nel programma “L’Italia del Giro”, condotto appunto da Camurri, ecco il link alla puntata).

Nel frattempo tante belle notizie che riguardano invece figure più umili e che sembrano aver mantenuto tale ormai rara dote anche dopo il riscontro di pubblico.
Mentre Calcutta e Tommy Paradise scrivono canzoni per Nina Zilli e il primo dei due appare nelle fiction in tv e il secondo va ospite ad Amici, portandosi a casa la soddisfazione di vedere Gerry Scotti cantare “Completamente” – entrambi però devo dire in modo molto dimesso e semplice, per niente altezzoso – escono cose bellissime tipo il disco di GhaliAlbum”, uscito proprio oggi – da ascoltare d’un fiato – oppure i nuovi singoli di CosmoSei la mia città” e dei CanovaThreesome”, uscito questa mattina.

Mi preme segnalare, a proposito del nuovo brano di Cosmo, un canale nato da pochissimo che si chiama Le cover del cantautore misterioso (qui “Sei la mia città” è una delle ultime cover pubblicate dal profilo), che poco a poco sta diventando sempre più pregevole e che qualcuno ha definito “la risposta maschile ad Asia Ghergo”; i più fantasiosi hanno affermato che possa trattarsi anche di Liberato.

A proposito del cantautore napoletano misterioso, questa notte farà il suo debutto in pubblico proprio nell’aftershow del Mi Ami. Non si sa se si presenterà sul palco a viso coperto, dietro una tenda come nelle blind del compianto programma The Voice o se svelerà una volta per tutte la sua identità. Restiamo trepidanti in attesa mentre sui social parte un po’ ovunque il TotoLiberato.
P.S. Nella notte poi sul palco si è presentato Calcutta. Qualcuno ha ipotizzato che Liberato cantasse da dietro il palco. Una specie di “Cantando sotto la pioggia” de noantri. A questo punto credo che il mistero di Liberato resti ancora irrisolto. Si sono visti bene dallo svelarlo e ci hanno trollato alla grande. Sul palco sembrerebbe ci fossero Calcutta, Izi, Dj Shablo e Priestess. Non si sa però se sia realtà o finzione. Qualcuno dice che Liberato possa essere il nome del gruppo.

In questo momento sto riguardando il videoTu t’e scurdat’ ‘e me” e penso che Francesco Lettieri è il Paolo Sorrentino dei videoclip.

La gif che segue mostra forse il momento più bello mai girato nella storia dei videoclip italiani (dopo Battiato che balla in “Voglio vederti danzare”, ovviamente):


Concludo questo post con il nuovo brano di uno dei miei gruppi prefe, condiviso due giorni fa dalla band stessa su Youtube. Un gruppo che partì da zero, registrando ep per etichette indipendenti microscopiche, che fece il miracolo nel 2012 con “An awesome wave” – ricordo ancora quando nello stesso anno vennero chiamati per aprire Sigur Rós in quel di Villafranca di Verona e non li conosceva ancora nessuno – e si riconfermò nel 2014 con “This is all yours” e oggi se ne escono con pezzi bomba come questo, restando però sempre loro, certamente evolvendo, ma non vendendosi per nessuna ragione a nessuno e meritando quindi indiscutibilmente l’unicità che portano con loro.
Non c’entra il mettersi in mostra o il restare in disparte. Ti si nota di più se vieni e resti umile.