Galeffi, Canova, Cosmo, I Cani che vogliono sparire e perché Rovigo è la città più bella d’Italia

Lo so, lo so. È domenica. Di solito il post nuovo lo pubblico di sabato. Ma a volte è importante prendersi del tempo per sé e per stare con le persone a cui vogliamo bene.
Ieri, come ogni volta che ci si decide per un bel viaggio – volevo andare nella mia amata Trieste –, ovviamente c’era allerta meteo praticamente in tutta l’Italia del nord. Per cui alla fine ho ripiegato su una meta più vicina. Sono stato in quella che, da una vita, considero una delle città più sottovalutate e più belle di tutta la nostra penisola: Rovigo.
No, non sono pazzo. O almeno non completamente. Questa convinzione si fonda su basi solide e argomentazioni che negli anni sono divenute certezze. Il cosiddetto Polesine, se non per l’indiscussa bellezza naturale, o anche soltanto per la vellutata di zucca che ci puoi mangiare, secondo il modesto parere del sottoscritto, dovrebbe essere considerato patrimonio dell’umanità dell’universo mondo.

Sono stanchissimo in questi giorni. Anche voi lo so. Sarà l’autunno. O forse saranno le mille cose che sono successe in queste settimane, la lunghissima lista degli innumerevoli dischi appena usciti: i bravissimi Yombe con “Goood”, che sostengo da tempo. È molto, molto difficile non essere rapiti dalla voce di Carola Moccia (Cyen) e dagli arrangiamenti di Alfredo Maddaluno. Ma la lista dei dischi nuovi questa settimana è interminabile. Frah Quintale con “Regardez Moi”, disco enorme, uscito due giorni fa. Angelo Sicurella con “Yuki O” e certi suoni d’antan che incantano. Galeffi con “Scudetto”, di cui leggerete presto la mia rece su Rockit. I Gastone con il fighissimo album omonimo.

O forse la colpa di questa stanchezza di fondo è il troppo lavoro o le nuove canzoni partorite dagli autori classiconi tipo Canova, Cosmo, etc.: alcune che hanno coperto le aspettative, altre che hanno invece deluso i più. Sarà il messaggio depre di Niccolò Contessa, della sua decisione di chiudere la pagina Facebook de I Cani.

Saranno tutte queste cose, ma in questo periodo ho solo una gran voglia di dormire e di non sentire niente e nessuno.

I brani nuovi appena usciti, come al solito, io mi diverto a dividerli in promossi e bocciati.

I promossi sono: Galeffi con “Polistirolo”. Il ragazzo, dopo “Occhiaie”, è riuscito a farmi cambiare idea. E nella rece per Rockit vi spiegherò perché.

Oppure il nuovo brano di Carl Brave x Franco 126Argentario”, che non ne sbagliano una.

Mi piace anche VANBASTEN uscito da qualche giorno con “16enne”, con la regia della ragazza di “Oroscopo” nel video di Calcutta, che ci sa fare abbastanza con la telecamera (vedi anche il video di “Irene” dei Pinguini Tattici Nucleari).

Amelia con “K2” se la cava piuttosto bene. Magari tenetelo d’occhio perché potrebbe riservare delle sorprese.

Massimo rispetto per il nuovo progetto di Umberto Maria Giardini già Moltheni, Stella Maris, di cui è appena uscito il disco e che si lasciano andare in un singolo interessante “L’umanità indotta”, un po’ vecchi Afterhours, ma che si difende.

Bravi i Canova, che riescono a non perdere punti con “Santamaria”, sommariamente più bella dell’inedito che l’ha preceduta, di ormai mesi fa, “Threesome” (mi era piaciuto molto meno).

Bello anche dei MangroviaLe feste”, sotto tutti i punti di vista, sia a livello di testo che di melodie.

Promosso anche Emanuele Colandrea con “Al centro del mio mondo”. Dall’aspetto cantautorale, nel senso più negativo del termine, ma che giuro, si ascolta tranquillamente fino alla fine.

Altra roba di indiscutibile bellezza è il video di Mamavegas con “After the fall”.

Per i grungettoni nostalgici invece c’è il nuovo video di Black Snake MoanChains”, in cui il fantasma di Layne Staley e degli Alice in chains si vede lontano un miglio.

Non è invece né promosso, né bocciato, perché il clip in sé mi è anche piaciuto, nonostante la piattezza della musica – del resto ne avevo già parlato male in un altro post su Stormi – il nuovo video dei Cristallo.

I bocciati invece sono: Charo Galura con “Oh Lover”, una palla considerevole.

Una specie di Battiato invece questi D’Alì, usciti con “Il giorno che vorrai”: parte anche bene, ma poi si rovina nel ritornello che banalizza tutto il brano.

Un po’ deboluccia la nuova di BiancoFelice”.

Bocciatissimo invece, e lo dico da supersostenitore di Cosmo, il nuovo “Turbo”, di cui davvero non capisco le intenzioni. Brano brutto, poco ascoltabile e soprattutto noioso.

Faticosa anche “Blu” di CRLN.

No comment ormai per Levante con “Gesù Cristo sono io”. Penso a Ponente de Le coliche e non riesco più a prenderla sul serio. Succede anche a voi, ne sono sicuro.

Mi consola, dopo la lista delle cose brutte della settimana, Gazzelle che uscirà presto con due canzoni nuove.

Nella mia casella mail questa settimana ho trovato un sacco di proposte, alcune anche valide. Siete simpa quando mi spiegate bene il vostro progetto e non vi limitate a copiarmi e incollarmi il comunicato stampa, o mail noiose che spammate in giro.

Questa settimana, anche un po’ per farmi perdonare del ritardo nella pubblicazione del nuovo post, ho deciso che metto a disposizione un piccolo canale Telegram, in modo che possiate seguire Stormi anche da lì.

Poi a questo link invece trovate una playlist Spotify (in corso di creazione e che sarà aggiornata continuamente) di tutto quello che di valido vi ho segnalato fino adesso. È una playlist semplice semplice, che possa fungere da archivio per tutte le cose fighe di cui parlo su Stormi e che si possono trovare in giro.

Perché sono stato a Rovigo? A vedere una mostra: “Secessioni europee” a Palazzo Roverella. È aperta fino al 21 gennaio e vi assicuro che ne vale la pena. Per dirne solo alcuni, troverete: Klimt, Von Stuck, Schiele, Casorati.

Invece sabato prossimo sarò a Bologna a sentire i Sick Tamburo, Giorgio Poi e Lorenzo Kruger, Scarda e il dj set del bravo Fabio Nirta, in Zona Roveri.

Vi lascio con le parole più belle della settimana che – non pensavo l’avrei mai detto nella vita – sono di Cesare Cremonini in “Poetica”, di cui è appena uscito il video.

Troveremo il modo, anche quando poi saremo stanchi.