Quello che sta succedendo (nell’indie)

In questo momento sono a Bertinoro in un bar di vecchi.

C’è una signora anziana che sta giocando alle macchinette mangiasoldi. Ha i capelli corti, sembra un uomo e ogni tanto alza gli occhi dallo schermo e mi guarda. In effetti lo capisco, sono un po’ fuori luogo. Qui in un angolo, con il mac a scrivere il pezzo per Stormi. In sottofondo c’è incredibilmente Coez. I rumori arcade anni’80 della macchinetta si mescolano a quello della pioggia di monetine che arriva ogni volta che la signora vince. Avrei bisogno di un po’ più di tranquillità, ma va bene così. Non siamo mai abbastanza tranquilli in realtà. E ci stiamo facendo l’abitudine.

Tento di calmarmi con un’immagine della mia mente. Questa mattina, passando per la bassa, ho rivisto per la millesima volta l’alba dai campi. La nebbia si sta lentamente impossessando di tutto. E ogni volta capisco perché Luigi Ghirri si è innamorato di questi posti.

Come promesso nel post di settimana scorsa eccovi un recap di quello che è successo in queste ultime settimane nel mondo dell’indie italiano e non solo.

Potrei dirvi ad esempio che il grandissimo Luca Petinari è tornato con la sua trasmissione “Flanger – Musica molto bella”, che spacca il culo al 90% di tutte le trasmissioni di un certo livello delle radio indipendenti dell’universo mondo. Cosa fa che una trasmissione radiofonica sia meglio di un’altra? Semplice: la competenza del conduttore. Ve la consiglio, molto. Del resto lasciarsi trasportare dal flusso delle sue scelte non è per niente difficile. Ogni lunedì dalle 17 alle 18 solo su Radio Prima Rete FM 94.3 – 98.5 – 101.3, streaming sul sito della radio, smartphone e/o tablet con l’app di Radio Prima Rete.

Queste ultime due settimane sono state ricchissime di nuove uscite.

Su tutti ritroviamo Giorgio Poi con “Il tuo vestito bianco”. Uscito a fine settembre come inedito della versione in vinile di “Fa niente”. Testo immenso che potete trovare in descrizione al link di YouTube. Sfido chiunque a dire il contrario.

A meritare è anche Giorgieness, uscita ieri con il nuovo disco “Siamo tutti stanchi“, anticipato dal singolo “Calamita”. Difficile deluda con i suoi testi taglienti e la band che la circonda: Davide Lasala, Andrea De Poi e Lou Capozzi musicisti enormi (e chi li ha visti live può confermare).

Poi nuove cose anche per Carl Brave X Pretty Solero X B con “E10” che per quanto possano non averne un’idea dal vivo – un po’ come Coez da Fazio la settimana scorsa, che ha fatto una performance che dire deludente significherebbe offendere i deludenti – meritano sempre nelle produzioni quasi sempre impeccabili.

Per Gazzelle sembra in arrivo invece la tanto attesa “Nero” già ascoltata più volte durante il lungo tour, come afferma lo stesso Pardini sul Facebook di Gazzelle:

gazzelle
Se volete una bellissima versione coverizzata del pezzo potrete trovare quella del Cantautore misterioso qui.

E mentre Elio e le storie tese si sciolgono e pezzi di storia della musica italiana si sciolgono come nebbia al sole cose nuove nascono.

Tanti gli esempi.

Sem&Stenn (di cui parlai in un post di maggio del 2017, ben prima di X Factor), approdati al talent di Sky e scelti da Manuel Agnelli tra le band da seguire. Per un recap su chi sono potete leggere anche il pezzo di Grazia Sambruna su Cosmopolitan.

Oppure il caso di Germanò uscito, per Bomba Dischi, con “San Cosimato”. Si sentirà parlare di lui ancora.

Talmente forte l’attaccamento degli indie per i santi che ce li ritroviamo dappertutto: non dimentichiamoci anche di “San Lorenzo” de I cani. Oltre a Enne con “San Junipero” – che nel frattempo senza ufficio stampa, senza promozione, senza etichetta, senza produttore, ha raggiunto le 20k views su YouTube ed è finito nella lista Indie Italia di Spotify, come vi ho segnalato amabilmente la settimana scorsa – è la volta de Lemandorle. Il singolo uscito s’intitola incredibilmente “San Junipero” creando infinita confusione tra i fan di Enne e degli stessi Lemandorle. Non so se sia una mancanza di originalità da parte di entrambi o se tutto ciò sia frutto delle teorie di Renato Barilli, che prendono direttamente dagli studi di Marshall McLuhan secondo cui “un sistema culturale è articolato come un complesso di vasi interconnessi”. Per questo poi accade che due progetti musicali separati se ne escano a distanza di pochi giorni con un singolo con un titolo identico. Black Mirror o meno, Nicola Togni è stato geniale nell’aver colto (inconsapevolmente?) anche questa occasione. Inutile dirvi che sono nati all’istante dei memi. Come la cover di Martelli Comparina, che coverizza Enne mettendo, giustamente, Lemandorle nel titolo.

(La teoria dei vasi comunicanti potete approfondirla leggendo il saggio “Re-thinking Modernity” in McLuhan Studies, 1991. Un esempio di angoscia influenzante la troviamo nell’inizio di “Non me ne frega niente” di Levante, uscita nel 2017, “casualmente” identico come concept all’inizio di “Simbiosi” di Meg del 2004. Chi non fosse d’accordo su questo mi scriva che se ne può parlare.)

Continuando la sfilza delle nuove uscite segnalo anche una new entry, di cui nessuna sa nulla, un piccolo Liberato in potenza, milanese però. Si chiama Willy Damasco e “Milano non sei il mare”, uscita quindici giorni fa, ha raggiunto le 90k views su YouTube. Al momento nessuno sa chi sia.

Novità che invece potrete tranquillamente risparmiarvi, tra le uscite di questa settimana, il side project in italiano dei Melampus: Cristallo. Francesca Pizzo (la ragazza mora nella copertina de “L’amore e la violenza” dei Baustelle, per intenderci), Angelo Casarrubia e Damiano Simoncini, a dire della critica, “reinventano in lingua italiana il loro sofisticato dream-pop d’autore, mettendo in mostra atmosfere più sintetiche e minimali”. Li ho ascoltati. Premetto che nei confronti dei Melampus nutrivo già abbondante ritrosia. Lo trovo un progetto sommariamente sopravvalutato. La conferma deriva da un disco – questo “Cristallo”, omonimo – nel complesso inascoltabile, eccessivo nella ricercatezza degli arrangiamenti che in un baleno raggiungono l’obiettivo di annoiare chi ascolta. Non skippavo così tanto da anni. Se però siete masochisti potete ascoltarlo in anteprima qui.
Del resto i Melampus non se li filava più nessuno dal 2015, e anche di questo progetto parallelo Cristallo non ne sentivamo così tanto bisogno.

Per rifarvi la bocca: questa sera probabilemente andrò al Bronson a Ravenna a sentire gli Havah, usciti tra l’altro da poco con l’ultima fatica “Contravveleno”, che merita come ogni singola cosa esca sommessamente dalle loro menti. Se non ne avete mai sentito parlare consiglio il concept album “Settimana”: provate con le track “Mercoledì” o “Venerdì”.

Per stemperare la tensione che si è creata di seguito un paio di matti che stanno smuovendo masse: Faccio disegnini indie.

Di cui allego due esempi evidenti:

faccio disegnini indie

faccio disegnini indie
E la pagina Facebook Shitty Otamatone Covers, di un genio pazzo.
Brano cover di esempio: “A chi mi dice” dei Blue. Sicuramente più entusiasmante di qualunque track dell’album dei Cristallo.

E mentre La Blogotheque esce con un nuovo format che si chiama One2One in cui un artista esegue un brano live davanti ad un solo fan. Qui la prima puntata con un Bon Iver da brividi in quel di Berlino:

E gli MGMT, la grande promessa degli anni 00, deludono tutti e fanno crollare tutta la loro reputation e il valore che negli anni 2009/2010 si erano creati con il nuovo singolo, “Little Dark Age”, con una svolta “che sa di brutta copia e di caricatura elettrica dei Cure con le tastiere dei Devo”, come dice l’amica Elisa Ics Fosco.

Contemporaneamente in un universo parallelo Tommaso Paradiso e Levante continuano a volare altissimo (Levante sempre un po’ meno di Tommy però) scrivendo insieme una canzone per Gianni Morandi mentre a X Factor Mara Maionchi fa cantare ai suoi “Completamente”.

Mi sa che qui, al bar dei vecchi di Bertinoro, resto ancora un po’.